sabato 20 marzo 2010

Walter Bonatti: In terre lontane

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L’avventura a ogni costo

Per capire questo libro, bisogna capire chi è Walter Bonatti.
Walter Bonatti, è uno dei più grandi alpinisti e avventurieri di tutti i tempi.
Questa frase potrebbe suonare pomposa, in realtà dà una minima idea della vita di questo uomo. Giusto per dire: a 24 anni scala il K2, durante la quale sopravvive una notte all’addiaccio a 8600 metri di altezza, negli anni seguenti scala di tutto Monte Bianco, Ande, Karakorum, parete nord del Cervino in inverno, apre nuove vie, sopravvive a mille disavventure.
La bravura di quest’uomo è seconda solo alla considerazione che egli ha di sé stesso, e precede di poco la sua buona sorte. O forse sono la stessa cosa.
Comunque: carattere, bravura e fortuna gli consentono di meritarsi riconoscimenti di tutti i tipi. Ma anche di attirarsi l'antipatia e l'invidia di molti.
A 35 anni, all’apice della carriera alpinistica, decide di mollare le montagne, rendendosi conto che non saprebbe più come superarsi. Accetta l’invito del direttore di "Epoca", e per 15 anni diventa il "reporter dell’avventura" per eccellenza, andando in giro per il mondo, spingendosi nelle terre più lontane (appunto) e inospitali come Klondike, Patagonia, Africa, foresta amazzonica, Guyana, Antartide, Australia, e tante altre. Da ognuna di queste scrive servizi e scatta foto stupende. Il libro è la summa di queste esperienze.
Si pensi che allora c’erano pochi mezzi di comunicazione e trasporto moderni. Le sue escursioni in questi luoghi riescono a cogliere paesaggi e situazioni che restano testimonianze uniche. Oggi, 40 anni dopo, in molti casi non esistono più.
Bonatti è allo stesso tempo l’ultimo avventuriero, romantico e idealista, e il primo turista dell’avventura, organizzato e moderno. Nei suoi viaggi, si trova nel perenne conflitto del voler tornare a uno stato di "uomo selvaggio" che vive perfettamente integrato nella natura e nei suoi meccanismi, a volte spietati, e nella consapevolezza di non poter esserlo, essendo ormai troppo integrato della civiltà, prigioniero della creatura che l’Uomo stesso ha creato.
Il libro si legge bene, bellissime le descrizioni della natura e dei suoi incontri con gli animali. Qualche passaggio lento sulle riflessioni personali di Bonatti, ispirate da una retorica d'altri tempi. Per qualche mistero dell’editoria, è uscito da poco un altro libro di Bonatti, "Un mondo perduto", che è esattamente uguale a questo, a parte due capitoletti finali in più.


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